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sabato 25 aprile 2015

Triskele: la Sicilia nel piatto



In apertura di questo nuovo piccolo tuffo nei sapori di Salmoriglio, vorrei ringraziare in primis tutte le persone che hanno avuto il piacere di leggerci e di mettere un bel like nella nostra pagina Facebook Beddu Manciari Blog.


Detto ciò, qualche cena fa, mi è stato proposto dai fratelli chef, il Triskele: un piatto che ricrearne uno più siciliano è davvero difficile. Tenerissimo polpo su macco di ceci, accompagnato da una panella croccante e profumata. Per i non siculofoni: what is panella? Le panelle vengono preparate con farina di ceci, acqua e prezzemolo. La farina viene sciolta in acqua salata e viene girata con un mestolo fino a farla diventare una pasta cremosa, poi viene stesa su un piano, tagliata e poi fritta. Pare che gli Arabi, a cavallo tra nono e undicesimo secolo, vollero sperimentare una ricetta a partire dal cece, un legume orientale. Lo macinarono fino ad ottenere una farina da impastare, dando vita ad una forma embrionale di panella che nel tempo si è modificata giungendo fino alle nostre friggitorie, ai nostri ristoranti e alle cucine delle nonne. 

Il piatto, comunque, non avrebbe potuto chiamarsi diversamente, racchiudendo in sé la tradizione marinara e parte della cucina semplice della tradizione isolana. 
La triscele (o triskele) è lo storico simbolo della Sicilia, di fortissima evocazione comunicativa nell'immaginario collettivo. Nel tempo è diventata per gli abitanti della Sicilia, non solo lo stemma della bandiera siciliana, ma un vero e proprio segno identificativo della provenienza insulare. L’isola, in passato, infatti è stata anche chiamata Triquetra, Trichelia, Trinakìa con un solo significato: terra con tre alti promontori (Peloro, Pachino e Lilibeo) a raffigurazione triangolare. La forma della nostra zolla assolata all'estremo sud dell'Italia, insomma.

Ho pensato, ad ogni boccone, che mangiare questo piatto - ricchissimo - mi stava raccontando alla perfezione, parlando di quel mare tanto sofferto e così tanto pieno di bellezza, e di quella terra semplice, contadina, degli elementi curati seme dopo seme e poi visti crescere, con le mani ancora stanche d'amore e campagna. Le stesse mani spesse che ho immaginato prendersi del tempo per macinare, impastare, godere in tavola di ciò che si è seminato mesi prima, sotto un grandissimo sole, ch'è benedizione e riscatto per noi da sempre. Un piatto che è buono, pieno di gusti, e che affonda le sue radici, o per meglio dire, i suoi tentacoli, in una storia antichissima. Una storia tutta nostra, adesso riscritta dai fratelli Ravanà in un piatto, bello da vedere e assaporare nella sua tripla consistenza
 di ingredienti: affondare il polpo nella cremosità del macco di ceci ed accompagnarlo con la fragranza della panella calda, è una vera propria esperienza di gusto e non solo, una comunione di mare e terra, che solo l'arte culinaria può raccontare come merita.
Non provare il Triskele di Salmoriglio è come trascurare un pezzo di Sicilia: imperdonabile.

sabato 11 aprile 2015

Busiati e dolcezze: la primavera di Salmoriglio

Tagliere di cioccolato fondente. 
Per festeggiare la fine delle vacanze pasquali al nord e il ritorno in terra sicula, ovviamente, giovedì sera mi sono fiondata nel tavolo che più frequento dopo quello di casa mia, quello di Salmoriglio.

Avevo voglia di mare e croccantezza. Il menù mi proponeva una triglia fritta su un morbido letto di ricotta mantecata e pomodoro datterino marinato, ma io - che non ho ancora portato a termine tutte le mie personali diatribe col pesce - ho chiesto allo chef Alessandro di fare una piccola rivisitazione con calamaro e gambero. Adesso immaginate, gli anellini di calamaro immersi in una soffice nuvoletta di ricotta mantecata, accompagnati da una nota dolcissima di datterino e per finire un boccone di melanzana perlina fritta. Cos'è la melanzana perlina? E' una melanzana che ha la forma allungata, come fosse sorella di un peperoncino (fuorchè nel sapore!) e lo chef m'ha promesso che presto ci faremo una pasta alla norma speciale.

Comunque, il piatto nel complesso una vera goduria, se poi si pensa che a far compagnia al calamaro c'era un gambero freschissimo, cotto e insaporito a dovere. Naturalmente, Gabriele ha scelto il suo primo del cuore: busiati con sarda, finocchietto, pinoli, uvetta e mollica atturrata. E alla fine di ogni forchettata si dispiaceva per averne un po' di meno nel piatto. Io, da spartana frequentatrice di ottime tavole, ho fatto la scarpetta col pane nel sughetto rimasto, e sì, credo fermamente che il potere della scarpetta col pane siculo sia estremamente sottovalutata. Fatelo! Fatelo sempre! Fra l'altro, questo sabato, i busiati nella versione con quadrucci di pesce spada, melanzane e mentuccia sono il nostro piatto special prize di questa settimana: a soli cinque euro è infatti possibile gustare, ogni sabato, un piatto diverso. Un prezzo easy per i piatti che hanno avuto più successo durante la settimana; basta scriverci una mail (salmoriglioag@gmail.com) per essere inseriti nella nostra newsletter ed essere aggiornati ogni sabato mattina del piatto special prize in menù.

Se poi a chiudere la cena - innaffiata di ottimo prosecco Cuvèè Oris di Valdobbiadene Villa Sandi - lo chef mi porta un tagliere di cioccolato fondente e delle chips di mela Smith, non posso che sentirmi felice di esser tornata a casa. E poi, lo sapevate che la mela si abbina benissimo al baccalà? Io l'ho scoperto con  delle tapas di pesce freschissimo e croccante mela verde.
Ma questo ve lo racconto la prossima volta. Qui di seguito, adesso, il foto-racconto della nostra cena di fine vacanze, perchè noi - in un modo nell'altro - una buona scusa per il beddu manciari la troviamo sempre.
Chips di mela Smith.

Melanzana perlina...e Moleskine personale.

Primo piatto #specialprize: busiati con
melanzane, spada e mentuccia

Cuvèe Oris Villa Sandi

Frittura di calamaro e gambero su ricotta mantecata, datterino marinato
 e melanzana perlina .

Busiati con pinoli, uvetta, finocchietto e mollica atturrata.

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